Ictus
A cura di:
Dott. Filippo Iorillo
04/12/2019
Cos’è l’Ictus?
L’Ictus è una sindrome caratterizzata dall’esordio improvviso di deficit neurologici focali o diffusi, di durata superiore a 24 ore, o con esito infausto, non attribuibile ad altra causa apparente se non a vasculopatia cerebrale (questo accade se a livello delle arterie cerebrali vi è una rottura o un coagulo di sangue meglio definito trombo che provoca l’interruzione dell’apporto di sangue ossigenato nell’area cerebrale).
Possiamo distinguere due tipi principali di ictus, quello ischemico, dovuto ad un insufficiente apporto di sangue e ossigeno al cervello in seguito al blocco di un’arteria, e quello emorragico, causato da improvviso sanguinamento.
Dott. Filippo Iorillo Medicina Fisica e Riabilitazione N. Iscrizione AV 3822 Libero professionistaAutore
Circa il 75% degli ictus si verifica in persone dai 65 anni di età in poi. La rilevanza dell’ictus aumenta, infatti, con l’età raggiungendo il valore massimo negli ultra ottantenni.
Come già accennato l’ictus può essere classificato in due grandi categorie:
- Ictus ischemico, interruzione del flusso di sangue al cervello.
- Ictus emorragico, conseguente alla rottura di un vaso sanguigno o di un’anomalia della struttura vascolare.
Le cause dell’Ictus Emorragico
L’ictus emorragico può distinguersi in intraparenchimale o subarocnoidea, le cause sono:
- Malformazioni vascolari
- Ipertensione
- Tumori intracranici
- Trattamento anticoagulante o altri difetti della coagulazione
- Traumi
Fattori di rischio
I fattori di rischio sono molteplici e possiamo distinguerli in MODIFICABILI e NON MODIFICABILI
NON MODIFICABILI:
- Età
- Sesso
- Fattori genetici
- Razza
MODIFICABILI:
- Cardiopatie (cardiomiopatie, valvulopatie, infarto miocardico, forame ovale pervio)
- Fibrillazione atriale
- Diabete mellito
- Iperomocisteinemia
- Ipertensione arteriosa
- Stenosi carotidea
- Fumo di sigaretta
- Abuso di alcol
- Ridotta attività fisica
- Dislipidemia
- Obesità
- Emicrania
- Infezioni
- Uso di droghe
- Uso di contraccettivi orali
Quali sono i sintomi dell’Ictus?
L’insorgenza di un ictus può manifestarsi con asimmetrie facciali, slivellamento degli arti, linguaggio alterato, disturbi della sensibilità e crisi epilettiche.
I principali sintomi a seconda dell’area cerebrale colpita sono:
- Afasia (perdita parziale o completa della capacità di esprimersi o comprendere parole scritte o verbali)
- Disartria (perdita dell’abilità di articolare le parole normalmente)
- Cecità da un occhio
- Incapacità di vedere dallo stesso lato con entrambi gli occhi
- Sensazioni anomale, debolezza o paralisi di un braccio o di una gamba o di un lato del corpo
- Capogiri e vertigini
- Vista sdoppiata o perdita della vista in entrambi gli occhi.
- Debolezza generalizzata su uno o entrambi i lati del corpo
L’ictus è una patologia complessa che non esula da molteplici complicanze, pazienti con lesioni cerebrali più profonde ed estese possono andare incontro a morte nella fase acuta o durante le prime settimane dall’evento.
Per altri pazienti si possono avere col tempo miglioramenti significativi.
Quando si verifica un ictus alcune cellule cerebrali vengono lesionate in modo reversibile, le quali per un processo di plasticità intrinseca possono riprendere il loro funzionamento. Ciò significa che le possibilità di recupero variano in relazione all’estensione della lesione ed alla zona che viene colpita dal danno ischemico.
Come si diagnostica un Ictus?
La diagnosi di ictus si avvale sia della clinica, che di apparecchiatura strumentale:
- La TAC è la metodica di elezione perché facilmente eseguibile ed ampiamente disponibile, permette di fare diagnosi differenziale (in acuto identifica emorragia cerebrale), ricerca di segni precoci di ischemia (3-6 ore):
- Incapacità di vedere dallo stesso lato con entrambi gli occhi
- Sensazioni anomale, debolezza o paralisi di un braccio o di una gamba o di un lato del corpo
- Capogiri e vertigini
- Vista sdoppiata o perdita della vista in entrambi gli occhi
- Debolezza generalizzata su uno o entrambi i lati del corpo
Le persone che presentano sintomi che suggeriscono un ictus ischemico devono recarsi immediatamente in pronto soccorso. Il trattamento di asportazione o scioglimento dei coaguli è più efficace se eseguito entro 4,5 ore dall’esordio dell’ictus. Prima inizia il trattamento, migliori sono le possibilità di recupero.
I trattamenti specifici di un ictus possono includere farmaci per rompere i coaguli di sangue (farmaci trombolitici) e farmaci che fluidificano il sangue (farmaci antipiastrinici e anticoagulanti). In alcuni centri specializzati, i coaguli di sangue vengono fisicamente rimossi dalle arterie (trombectomia meccanica)
Le strutture preposte sono chiamate “stroke unit”.
Nelle prime 48 ore dall’esordio di un ictus è importante il monitoraggio delle funzioni vitali e lo stato neurologico.
Prevenire l’insorgenza di trombosi venose profonde nei pazienti a rischio elevato è molto importante. È evidente, e sono stati effettuati molti studi, tra l’insorgenza di crisi epilettiche e pazienti che hanno avuto un ictus a causa dei danni cerebrali che quest’ultimo può portare.
La riabilitazione
Molto importante è iniziare precocemente il trattamento riabilitativo, già nelle prime 24 ore dall’ictus, durante il ricovero nella stroke unit.
La presa in carico riabilitativa è molto importante da parte di un equipe multidisciplinare e multi professionale, così da poter valutare ogni deficit: da quelli motori a quelli cognitivi-comportamentali. La valutazione del linguaggio in fase acuta ha caratteristiche e finalità che sono legate all’esigenza di individuare i soggetti afasici o disartrici da sottoporre successivamente a terapia logopedia e ad addestrare i familiari a tutto ciò che attende loro ai fini di un ottimo recupero.
Il progetto riabilitativo rappresenta un processo di interazione e collaborazione continua tra il paziente, la famiglia e un team interprofessionale esperto nella riabilitazione dell’ictus. La famiglia è anch’essa parte integrante del processo riabilitativo, in quanto va informata sul percorso riabilitativo e sugli obiettivi di recupero a breve, medio e lungo tempo affinché possano supportare il paziente durante il recupero e favorire, successivamente, il suo inserimento nel socio-familiare.
A sei mesi:
- 50% dei pazienti presentano un emiparesi.
- 20% non riescono a deambulare.
- 20-25% sono dipendenti nelle ADL (attività di vita quotidiana).
- 10-20% afasici.
- 30% hanno un umore depresso.
Ad un anno: 1/3 dei pazienti presenta un elevato grado di disabilità
Il percorso riabilitativo dei pazienti con stroke non si esaurisce dopo i primi mesi, bensì l’ictus può essere considerato una patologia cronica, nella quale più del 30% a 4 anni dall’evento acuto residua restrizioni persistenti della partecipazione ( in termini di deficit delle autonomie e dell’inserimento sociale) e come tale richiede un trattamento riabilitativo prolungato.
La depressione post-ictus rappresenta un fattore prognostico sfavorevole sullo stato funzionale del paziente sia a breve che a lungo termine; aumenta il rischio di dipendenza nelle ADL e peggiora la qualità di vita, ed aumenta il rischio di mortalità.
Affinché la riabilitazione possa avere successo occorrono volontà e motivazione del paziente a collaborare per migliorare la propria situazione.
La Riabilitazione è un processo di soluzione dei problemi e di educazione nel corso del quale si porta una persona a raggiungere il migliore livello di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale, con la minore restrizione possibile delle sue scelte operative.