A cura di:
Dott. Filippo Iorillo
L’ictus (in inglese stroke) è un deficit neurologico che si verifica quando l’afflusso di sangue diretto al cervello si interrompe improvvisamente per la chiusura o la rottura di un’arteria.
Circa il 75% degli ictus si verifica nelle persone con più di 65 anni di età. La rilevanza dell’ictus aumenta, infatti, con l’età raggiungendo il valore massimo negli ultra ottantenni.
Dott. Filippo Iorillo Medicina Fisica e Riabilitazione N. Iscrizione AV 3822 Libero professionistaAutore
In Italia, il tasso di prevalenza nella popolazione anziana è del 6,5% (7,4% nei maschi, 5,9% nelle femmine), si verificano circa 200.000 casi all’anno di cui 80% nuovi episodi e 20% recidive. Rappresenta,attualmente, la prima causa di invalidità e la terza causa di morte, dopo le malattie ischemiche del cuore e le neoplasie ( 10-12% di tutti i decessi per anno) con un tasso di mortalità pari a 100 casi per 100.000 abitanti.
Cause dell’ictus
L’insorgenza di un ictus può essere condizionata dalla presenza di fattori di rischio che determinano un incremento di tale evento.
I fattori di rischio si distinguono in modificabili, tra cui:
- cardiopatie (cardiomiopatie, valvulopatie, infarto miocardico, forame ovale pervio);
- fibrillazione atriale;
- diabete mellito;
- ipertensione arteriosa;
- stenosi carotidea;
- fumo di sigaretta;
- abuso di alcol;
- ridotta attività fisica;
- obesità;
- emicrania;
- infezioni;
- uso di droghe
- uso di contraccettivi orali
e non modificabili:
- ictus pregresso;
- età avanzata;
- anamnesi familiare positiva per ictus.
L’ictus può essere di natura ischemica o emorragica.
L’evento ischemico, rappresenta l’85% circa di tutti i casi di ictus cerebrale, si verifica quando l’afflusso del sangue al cervello si interrompe per la chiusura di un’arteria causata dalla presenza di un trombo o di un embolo.
Il trombo si verifica per effetto di un’alterazione della parete causato da un coagulo di sangue che la ostruisce.
L’embolo, invece, può formarsi da materiale di varia origine (coagulo di sangue, bolla d’aria o distacco di un trombo) liberatosi nel torrente circolatorio occlude un’arteria distalmente.
L’ictus emorragico, rappresenta il 15% del totale dei casi, sopravviene quando un’arteria del cervello, improvvisamente, si rompe o perde sangue. Quando un’arteria si rompe, le cellule cerebrali soffrono non solo perché non ricevono più ossigeno, ma perché la pressione stessa generata dal sangue può provocare danni.
Sintomi dell’ictus
L’ictus può manifestarsi in modo improvviso, senza alcun preavviso, con una sintomatologia che si differenzia a seconda dell’area cerebrale colpita:
- perdita parziale o completa della capacità di esprimersi o comprendere parole scritte o verbali (afasia);
- perdita dell’abilità di articolare le parole normalmente (disartria);
- debolezza o paralisi del volto e degli arti: questa generalmente si manifesta solo da un lato del corpo (emiplegia);
- sensazione di formicolio (parestesia);
- disturbi visivi a uno o entrambi gli occhi, il soggetto potrebbe riferire di “vedere doppio” (diplopia) o di avere la vista annebbiata o completamente oscurata;
- vertigini, capogiri;
- mal di testa (cefalea).
L’ictus è una patologia complessa che non esula da molteplici complicanze, pazienti con lesioni cerebrali più profonde ed estese possono andare incontro a morte nella fase acuta o durante le prime settimane dall’evento.
Terapia ictus ischemico
L’ictus ischemico è una condizione di emergenza medica che deve essere trattata in ambiente ospedaliero. Il ricovero deve avvenire presso strutture idonee, dotate possibilmente di “Stroke Unit”. Devono essere rapidamente diagnosticate sede, natura e origine del danno cerebrale, oltre che curare eventuali complicanze neurologiche, cardiache, respiratorie e metaboliche.
I trattamenti specifici di un ictus possono includere farmaci per rompere i coaguli di sangue (farmaci trombolitici) e farmaci che fluidificano il sangue (farmaci antipiastrinici e anticoagulanti). In alcuni centri specializzati, i coaguli di sangue vengono fisicamente rimossi dalle arterie (trombectomia meccanica).
Il trattamento di asportazione o scioglimento dei coaguli è più efficace se eseguito entro 4/5 ore dall’esordio dell’ictus. Prima si inizia il trattamento, migliori sono le possibilità di recupero.
La riabilitazione dell’ictus
La riabilitazione del paziente con ictus è una componente essenziale del trattamento e ogni paziente deve poterne beneficiare. La presa in carico riabilitativa deve avvenire il prima possibile (già nelle prime 24-48 ore dall’evento).
Il trattamento riabilitativo si prefigge di:
- stimolare i processi di plasticità cerebrale (il sistema nervoso, dopo un ictus, attiva dei meccanismi con i quali riorganizza la sua struttura e la sua funzione come risposta al danno subito );
- prevenire le complicanze secondarie;
- portare il paziente alla maggiore autonomia, quali che siano i postumi.
La presa in carico riabilitativa è molto importante da parte di un’ equipe multi professionale, così da poter valutare ogni deficit e menomazione: da quelli motori a quelli cognitivi-comportamentali.
Il progetto riabilitativo è un processo di interazione e collaborazione continua tra il paziente, la famiglia e un team interprofessionale esperto. La famiglia è parte integrante del processo riabilitativo, in quanto va informata sul percorso riabilitativo e sugli obiettivi di recupero a breve, medio e lungo tempo affinché possa supportare il paziente durante il recupero e favorire, successivamente, il suo inserimento socio-familiare.
A sei mesi:
- 50% dei pazienti presentano un’emiparesi
- 20% non riescono a deambulare
- 20-25% sono dipendenti nelle ADL (attività di vita quotidiana)
- 10-20% afasici
- 30% hanno un umore depresso
Ad un anno 1/3 dei pazienti presenta un elevato grado di disabilità.
Il percorso riabilitativo dei pazienti con stroke non si esaurisce dopo i primi mesi, l’ictus può essere considerato una patologia cronica, nella quale più del 30% a 4 anni dall’evento acuto residua restrizioni persistenti della partecipazione e come tale richiede un trattamento riabilitativo prolungato.
La depressione post-ictus rappresenta un fattore prognostico sfavorevole sullo stato funzionale del paziente sia a breve che a lungo termine; aumenta infatti il rischio di dipendenza nelle attività di vita quotidiana, peggiora la qualità di vita ed incrementa il rischio di mortalità.
La riabilitazione ha il compito di affrontare i problemi e di insegnare alla persona affetta da disabilità a raggiungere il migliore livello di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale.